Trecciato e Terminale: La scelta del trecciato e del terminale ricopre in questa tecnica un passaggio importante. Innanzi tutto opteremo per il solo uso de trecciato come lenza madre al posto del nylon per alcuni specifici motivi. Nel normale spinning dove oramai la moda dei trecciati ha preso piede da molto tempo è piacevole talvolta tornare ad usare il nylon che per l'elevata elasticità ci permette una pesca divertente. Nell'Eging invece dato il minimo peso dei nostri artificiali e la delicatezza dell'abboccata dei cefalopodi che andiamo ad insidiare, necessitiamo di un filo madre che ci trametta ogni movimento del nostro artificiale per poter ferrare prontamente o capire im moto del fondo. Un'altra caratteristica importante nei trecciati da Eging è la colorazione. Abbandoneremo in questo caso i trecciati multicolor, inutili in queta tecnica, e ci direzioneremo verso trecce monoscromatiche scegliendo colori accessi e florescenti che miglioreranno l'individuazione del filo in acqua soprattutto di notte. Andremo quindi a scegliere tra i libbraggi compresi dalle 10 lb alle 12 massimo 15 lb. Non necessitiamo certamente di trecce con alti carichi di rottura poichè anche se straordinariamente combattivi, i cefalopodi mantengono una tagli medio piccola. Senza iniziare a disquisire sui pro ed i contro dei trecciati giapponesi o americani possiamo elencare tra i migliori per questa tecnica Tuffline e Berkley per gli americani e Sunline e Varivas per i giapponesi. Personalmente propendo per quest'ultimi per un diametro più ridotto ed una migliore lanciabilità.
Nella scelta del terminale ci protendiamo più verso il florocarbon che verso il nylon non solo per le migliori doti di trasparenza ma sopratutto per la maggiore rigidità che quest'ultimo ci fornisce. Ci indirizzeremo quindi verso diametri rapportati alla nostra lenza madre: dallo 0.26 allo 0,30. Per quant riguarda le migliori marche sicuramente le gia citate Sunline e Varivas e la nota Seaguard.
Accessori : Nelle nostre batture di pesca ci sarà utile portare con noi qualche accessorio che ci possa semplificare al vita. Fondamentale è l'uso di un buon moschettone per poter cambiare velocemente le nostre totanare, meglio se ne troviamo uno a sgancio rapido.
Un'altro accessorio fondamentale sono un paio di comodi guanti che non solo ci assisteranno nell'azione di pesca ma ci aiuteranno a maneggiare il trecciato semmai dovessimo disincastrare la nostra totanara.
Un comodo paio di pinze ci possono inoltre aiutare a tagliare trecciato e nylon. Aggiungiamo inoltre un pratica scatolina dove riporre i nostri artificiali e un guadino telescopico per salpare la preda se ci troviamo a pescare da un pontile o sulle scogliere.
Azione di pesca : L'azione di pesca nell'Eging è forse uno degli aspetti più importanti poichè tenedo conto del luogo e del tempo dove noi peschiamo avremo differenti risultati in base al movimento usato. Come nello spinning o nel jigging possiamo, al di là delle varie personalizzazioni, elencare tre tipi di recupero di base. A questi, come già detto, andremo ad aggiungere personalissime modifiche in base all'esperienza ed al vissuto di ogni singolo pescatore. Ricordiamo inoltre l'attenzione alle pause e soprattutto alla discesa dell'artificiale poichè sarà proprio in quel momento che il cefalopode srà più propenso ad attaccare.
Recupero in due tempi : Questo primo recupero si inzia con il recupero del filo finito in bando dopo il lancio. Quando sentiremo il contatto diretto con la totanara allora la lasceremo affondare e toccato il fondo dare un'unica lunga jerkata portando la canna da una posizione orizzontale a verticale. Fatto ciò recupereremo subito il filo in bando ed attenderemo che la totanara riscenda sul fondo. Se non avvertiamo nessuna mangiata recuperiamo un poco per ritendere il filo e diamo una seconda jerkata recuperando nuovamente. Tutto il processo riprende sino all'attacco del pesce oppure all'arrivo della totana a terra. Da utilizzarsi soprattutto di giorno con acqua alta pescando dalla spiaggia o dal pontile.
Recupero in tre tempi: Il recupero in tre tempi è invece un movimento più ritmato che produrrà molte più vibrazioni e lo si consignia quindi con totanare più piccole. Dopo aver lanciato e aver teso il filo diamo prima una piccola jerkata portando la canna a 45° e poi, senza recuperare ne diamo un'altra fino a 90°. In tal modo la nostra toanara prima fara un piccolo scatto dal fondo alzando una nuvola di sabbia, poi dopo essere discesa un poco riscatterà in alto producendo molte vibrazioni. Questo recupero è da utilizzarsi anche con acqua bassa, sia di giorno che di notte, dalla scogliera o dal pontile.
Recupero laterale a zig-zag : Un movimento che ci permette di evitare il cappotto anche in situazioni di apaticità è il recupero a zig-zag. Dopo il lancio, come al solito tendiamo il filo e ci mettiamo di fianco alla nostra esca e dando delle piccole jerkate laterali facciamo scttare la totanara a sinistra ed a destra recuperando costantemente con il mulinello. Questo recupero rimane efficace con qualsiasi condizione di tempo e luogo soprattutto se peschiamo dalla scogliera con un fondo di rocce e sabbia.
Le stagioni dell'Eging: Il miglior periodo per pescare ad Eging rimane l'autunno inoltrato e tutto l'inverno poichè i ceflopodi si avvicinano alla costa in cerca di un termoclima più caldo. I mesi migliori vanno da ottobre a marzo anche se durante l'estate è sempre possibile pescare decentemente. Oltre la quantità, in inverno, cambia anche la grandezza dei pesci che invece troveremo più piccola in estate.
Concludo ponendo l'attenzione sull'importanza anche in questa tecnica del catch and release per una maggiore preservazione della nostra fauna ittica. Infine metto un link di una serie di filmati molto istruttivi che di certo possono esemplificare le basi di questa syupenda tecnica













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